Vicende biografiche di Giovanni Battista Sicheri

a cura di Paolo Orlandi

 

Giovanni Battista Pietro Sicheri nacque a Stenico il 27 marzo 1825. La sua famiglia portava da varie generazioni (e tutt'ora porta) il soprannome di Cangi: per questo motivo è anche conosciuto come il “Poeta Cangio”.

Letterato, filologo, soprattutto poeta, dotato di spiccata personalità politica, il Sicheri compì un ciclo di studi non proprio regolare; dopo gli studi ginnasiali a Trento e a Rovereto, entrò nell'ordine dei Francescani ad Arco con il nome di frate Leone (1): il periodo in convento non durò molto e l'anno successivo, precisamente il 2 agosto 1851, dismise l'abito motivando mancanza di salute. Negli anni in convento scrisse il suo primo poemetto: La Lorenziade (2) che parla in maniera ironica delle imprese del confratello Lorenzo Bailoni durante i lavori di miglioria del convento.

Non si conoscono molte notizie sugli anni immediatamente successivi all'abbandono della vita monastica; in questo periodo Giovanni Battista iniziò le sue peregrinazioni al di fuori del Trentino, attratto forse da quegli ideali risorgimentali che appassionavano molto anche il fratello Francesco (3).

E' molto probabile la sua presenza a Milano fra la fine del 1851 e l'inizio del 1853, periodo nel quale avrebbe potuto conoscere Giuseppina Maria Stanovich (4) divenuta sua moglie il 12 aprile 1857 e poi madre dei suoi sette figli: Angela, Domenico, Tebano, Cangina, Cesare, Catilina e Fiordalina (5).

A Milano fu coinvolto nei moti insurrezionali del febbraio 1853 che lo costrinsero a rifugiarsi, come molti altri patrioti italiani, in Svizzera sotto falso nome (Eugenio Sicheri); nel Canton Ticino si dedicò all'insegnamento come professore di latino e greco presso l'Istituto Cantonale di educazione femminile superiore di Ascona, gestito dalla cognata Angela Stanovich, e nel Ginnasio industriale di Locarno. Ad Ascona nacquero inoltre i primi tre figli: Angela, il 9 novembre 1857, Domenico, il 12 Luglio 1859 e Tebano, il 7 Gennaio 1861.

A Lugano pubblicò in forma anonima la prima edizione della Caccia sull'Alpe con il titolo La caccia sull'Alpe del contadino del Menzo – canti sei (6); questo poema fu probabilmente scritto a Zurigo nel 1853 (7). Il periodo svizzero fu molto prolifico e, negli anni che vanno dal 1858 al 1860, Sicheri pubblicò tutte le sue opere più importanti, due poemi e tre commedie: Igiene - poemetto scherzevole (Bellinzona, 1858), La Caccia sull'Alpe (Locarno, 1860), Tribunali Giudicariesi (Locarno, 1860), L'Usurajo (Locarno, 1860) e La Garibaldina (Locarno, 1860).

In Svizzera fece inoltre pubblicare sul periodico La Democrazia del 4 Ottobre 1859 un articolo dai toni molto accesi, in risposta ad un altro scritto da Paolo Boletti su L'Umanità, nel quale venivano espresse delle critiche nei confronti degli Istituti privati ticinesi. Per questo articolo Sicheri venne denunciato nel 1870 dal Tribunale correzionale di Locarno. Dopo la chiusura dell'Istituto privato in cui lavorava, Giovanni Battista e la sua famiglia tornarono nell'austriaco Trentino rifugiandosi ad Andogno, dove il fratello Francesco si era trasferito in seguito allo sfratto subito dalla famiglia Sicheri Cangi (8) e dove aveva aperto una bottega. Qui fu raggiunto dalla denuncia del Capo Comune di Stenico Antonio Ferrari che lo accusò di diffamazione in seguito alla pubblicazione della commedia Tribunali Giudicariesi.

Dopo aver scontato qualche mese di carcere per la denuncia del Ferrari, Giovanni Battista decise di tornare a Milano con la famiglia. Nel capoluogo lombardo Sicheri, esercitando la professione di insegnante, riuscì a mantenere i suoi cari e a pubblicare almeno altre due opere: il poemetto Trasformazioni (Milano, 1864) e la terza e definitiva edizione della Caccia sull'Alpe, ribatezzata Il Cacciatore dell'Alpi (Milano, 1864). Quest'ultima è suddivisa in sottocapitoli e riporta qualche aggiunta nei versi; è inoltre arricchita da bellissime stampe dell'architetto milanese Tito Vespasiano Paravicini (1830-1899) che fu anche suo collega presso l'Istituto privato e convitto Dolci (Borgo di Porta Ticinese 25). Una terza opera potrebbe essere stata pubblicata a Milano: si tratta de El filo (9) de Barba Tito citata da Marchetti e Sartorazzi (10), ma della quale, al momento, sembra non esserci più traccia. Nel 1863 la famiglia fu colpita dalla prematura scomparsa della primogenita Angela, alla quale Sicheri dedicò una commovente Elegia (11). In questi anni Giovanni Battista fu coinvolto nella cospirazione mazziniana del 1863-64 e accusato di alto tradimento per "illecito arruolamento" assieme al fratello e a molti altri patrioti trentini fra i quali spiccano per importanza Ergisto Bezzi, Filippo Manci e il conte Francesco Martini. Il mandato di arresto porta la data del 18 Gennaio 1865; fortunatamente Sicheri e il fratello non subirono conseguenze drastiche e riuscirono a cavarsela per insufficenza di prove. A Milano, il 12 luglio 1865 (12), nacque anche la quarta figlia, Cangina, che porta nel nome il soprannome di famiglia.

Scampato il pericolo della cospirazione mazziniana, ma non ancora soddisfatti per il mancato raggiungimento degli obbiettivi, i Sicheri tornarono in Trentino, ad Andogno. Siamo nel 1866 e ci stiamo avvicinando alle vicende che vedono il Generale Garibaldi sul territorio trentino. E' di fondamentale importanza il ruolo dei fratelli Sicheri che, come testimoniato dalle carte segrete dell'intelligence italiana (13) conservate nell'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito di Roma, già dal periodo milanese, agivano come informatori per il Regno d'Italia, raccogliendo e trasmettendo messaggi in codice che andavano distribuiti agli italiani che combattevano contro l'Impero austro-ungarico.

Il coinvolgimento diretto, si attuò durante la campagna garibaldina dell'estate di quell'anno (1866), allorquando Giovanni Battista e Francesco presenziarono ai fatti d'arme della conquista del forte d'Ampola e di Bezzecca (14). Dopo “l'obbedisco”, lo Stato Generale di Garibaldi lanciò l'idea di inscenare un tentativo di sommossa per dimostrare il malcontento del popolo trentino vittima del dominio austro-ungarico. I fratelli Sicheri ebbero il compito di scortare nel Bleggio alcune compagnie di garibaldini travestiti da contadini e, giunti sul posto, attaccare la postazione austriaca (15). Giunti in località Clena, vicino a Cavrasto, i garibaldini, valutata la situazione e l'inferiorità numerica, decisero di lasciar perdere l'impresa nonostante l'insistenza dei Sicheri. Il racconto della vicenda descritto dal Todeschini nella lettera al Marchetti, lascia trasparire lo sconforto dei fratelli e l'amara consapevolezza di aver perso una delle ultime possibili occasioni.

Proprio questa delusione spinse Giovanni Battista e Francesco a reagire e ad escogitare un nuovo piano. Fra il febbraio e il marzo del 1868 Francesco si recò a Caprera, lo testimoniano varie fonti: il biglietto di raccomandazioni autografo di Garibaldi datato 22 Febbraio 1868 (16), la lettera inviata da Sassari alla cognata Marianna datata 25 marzo 1868 (17) e la lettera del Cav. Todeschini (18) del 1925 in cui si parla di un pranzo a Caprera con il Generale in persona.
Ora, il motivo che spinse un uomo con varie difficoltà, economiche e famigliari, ad abbandonare il proprio paese per affrontare un viaggio lungo e faticoso va ricondotto alla speranza di poter ricreare le condizioni per un nuovo tentativo di annessione del Trentino al Regno d'Italia.

Non è casuale che, contestualmente al viaggio di Francesco in Sardegna, Giovanni Battista abbia deciso di trasferirsi alla Credata, un luogo isolato, lontano dal paese, in alta quota, freddo e inospitale, servito solamente da uno stretto e tortuoso sentiero. In questo prato di sua proprietà, Giovanni Battista poteva contare su un fienile già edificato che, con qualche lavoro di ristrutturazione, sarebbe bastato per ospitare la sua famiglia. Sicheri decise invece di indebitarsi nuovamente per costruire un nuovo edificio dalla forma molto particolare, nel luogo meno riparato della proprietà, a strapiombo sulla valle (19), con strette feritoie al posto delle finestre; un luogo e un edificio non proprio ideali per vivere e far crescere una famiglia con bambini in tenera età e addirittura una moglie incinta (20). La motivazione che spinse il poeta Cangio ad affrontare un'impresa così ardita e visionaria doveva essere molto importante; è noto e testimoniato da molte persone che hanno conosciuto il poeta Cangio che intendesse creare un punto di appoggio per i garibaldini in arrivo con l'obbiettivo di liberare definitivamente il Trentino (21). Il nuovo edificio è stato definito in passato ed è tutt'ora definibile “forte Credata” per la sua forma, le sue caratteristiche e la sua posizione strategica, come confermano anche i racconti degli anziani di Stenico e le numerose testimonianze orali raccolte e pazientemente trascritte da Graziano Riccadonna. Sicheri costruì inoltre una piccola torre d'avvistamento tutt'ora visibile e segnata pure sulle mappe catastali del 1875. Non va trascurato il fatto che le autorità austro-ungariche abbiano fatto costruire in località “Buse de Combio” una postazione di controllo (i ruderi sono tutt'ora presenti) dalla quale il prato della Credata è ben visibile (22). Temendo un'avanzata garibaldina per vie secondarie, le autorità austriache ritennero anche doveroso sabotare il ponte del Lisan e difendere le località montane; la Credata, quindi, nonostante la distanza da Stenico, era un luogo controllato e potenzialmente molto pericoloso. L'immenso sforzo del Sicheri e degli amici che lo aiutarono nell'impresa fu purtroppo vano, poiché il Generale e i suoi seguaci non tornarono più sul territorio trentino.

Le memorie popolari raccolte negli anni Ottanta parlano inoltre di un tradimento da parte di un abitante del paese che segnalò alle autorità la presenza del Sicheri. Più che la presenza del Sicheri alla Credata, nota ad amministratori e paesani, questo stenicense avrebbe potuto segnalare agli austriaci le intenzioni del Sicheri e la funzione del nuovo edificio. Svanite le ultime speranze e indebitato fino al collo, Sicheri fu costretto a lasciare la Credata e a cederla al creditore; alla fine del 1873 decise di trasferirsi per l'ultima volta assieme alla moglie nuovamente incinta e ai cinque figli. Il passaporto per l'estero rilasciato alla famiglia Sicheri riporta alcune anomalie: inanzi tutto la data di nascita del Sicheri è errata e in ogni caso incompleta poiché presenta solo l'anno, inoltre, cosa non di poco conto, il passaporto non è firmato dal Sicheri nonostante sia presente lo spazio dedicato “Firma di proprio pugno”. Se si considera inoltre il fatto che dopo la morte del Sicheri le autorità de La Maddalena non troveranno più il passaporto del poeta, e dovranno intrattenere una lunga e difficoltosa corrispondenza con le autorità trentine, viene spontaneo dubitare dell'autenticità del documento.

L'ultimo viaggio del Sicheri ebbe come destinazione l'isola de La Maddalena; la domanda sorge spontanea: perché proprio La Maddalena e non qualsiasi altro posto più vicino del Regno d'Italia? Sostenere un viaggio del genere con cinque figli piccoli e una moglie incinta e senza risorse economiche non deve essere stato semplice. Ancora una volta Giovanni Battista seguì i suoi ideali e si recò nell'unico posto che avesse per lui un significato e che ancora potesse dargli delle speranze per il futuro. A Caprera, isola del Comune de La Maddalena, viveva infatti il Generale Garibaldi e Sicheri vide in lui la possibilità di comprendere finalmente quale sarebbe stato il destino del Trentino o quanto meno la speranza di poter vivere in pace contando sul suo aiuto. Sicheri tentò di mantenere la famiglia cercando un posto di lavoro come insegnante, purtroppo il personale della scuola pubblica era già al completo e quindi si vide costretto ad aprire una scuola privata. Ben presto il suo lavoro venne notato e riconosciuto dai maddalenini, visti i risultati positivi ottenuti dai ragazzi educati dal poeta Cangio. Il 27 Aprile 1874 nacque Benedetta Francesca Fiordalina, l'ultima figlia di Giuseppina e Giovanni Battista, che purtroppo morì prematuramente il 14 Gennaio dell'anno successivo. Alla fine del 1875 il Sindaco Chirri accolse la domanda del Sicheri e lo assunse come maestro di prima e seconda elementare, ma lo invitò a procurarsi l'abilitazione all'insegnamento valida per il Regno. Pochi mesi dopo la morte della moglie Giuseppina, avvenuta il 16 Febbraio 1876, Sicheri perse il posto di lavoro perché ancora sprovvisto della patente di abilitazione. Giovanni Battista condusse gli ultimi anni in povertà fino alla morte, sopraggiunta il 23 Novembre 1879 a soli 54 anni. Attualmente non rimangono né la lapide del poeta Cangio, né il luogo di sepoltura; il poeta venne infatti sepolto nel cimitero vecchio, purtroppo completamente demolito nel 1948.

Sul Sicheri rimangono moltissimi punti interrogativi e senz'altro molto ancora c'è da scoprire; le notizie fin'ora conosciute ci permettono di inquadrare questo affascinante personaggio come un autentico patriota, un uomo che visse e lottò per i propri ideali, ma soprattutto un artista fantasioso, pungente e brillante che, attraverso le sue attualissime opere, continua a parlarci e a farci riflettere sul mondo che ci circonda.

 

(1) Giovanni Battista viene vestito il 23 Novembre 1850

(2) Riscoperta da Ennio Lappi presso la Biblioteca San Bernardino di Trento

(3) Francesco Giovanni Battista Sicheri (5 Ottobre 1822 – 28 Luglio 1897) fu molto attivo nelle azioni patriottiche dell'epoca, coinvolto nella cospirazione mazziniana del 1863-64, coinvolto e presente sul campo durante i fatti del 1866.

(4) Nata a Milano il 28 Luglio 1828, figlia di Giovanni Battista Giorgio e Annunciata De Agostini

(5) I nomi completi dei figli sono: Angela Annamaria Eugenia Virginia, Domenico Giuseppe Felice, Tebano Giovanni Emilio, Cangina Angela Giuseppina Margherita, Antonio Niceforo Cesare, Catilina Felice, Benedetta Francesca Fiordalina

(6) Questo poemetto è dedicato ad una nobildonna padovana. Sicheri riporta solo le iniziali E. F. (Potrebbe trattarsi di Erminia Fuà, poetessa, educatrice e patriota italiana, ma non ci sono fonti documentali che dimostrino questa tesi)

(7) Come scritto dallo stesso Sicheri nell'Avvertenza della III^ e definitiva edizione. E' quindi possibile che nei primi anni in Svizzera, Sicheri si sia stabilito a Zurigo

(8) Vicenda meticolosamente raccontata dal Sicheri nella commedia “Tribunali Giudicariesi”

(9) O filò (?)

(10) Fra le opere citate come manoscritti oltre al Sonetto “La Rosa” compaiono anche “Commento alla Divina Commedia” e “Ciò che dovrà accadere” (grosso volume che ordinò di bruciare alla figlia Cangina) Carlo Sartorazzi n° 1436 b, Biblioteca San Bernardino di Trento.

(11) Si veda il saggio breve “Un inedito di Giovanni Battista Sicheri di Stenico” sul N° 84 di Judicaria, Dicembre 2013. Angela muore a Milano il 26 Febbraio 1863

(12) In alcune fonti l'anno di nascita è il 1865 mentre in altre il 1866

(13) Pasqualini Maria Gabriella, Carte segrete dell'intelligence italiana 1861-1918, Roma, Tip. del R.U.D., 2006

(14) Marchetti Tullio "Fatti, Uomini e Cose delle Giudicarie nel Risorgimento", Trento, A. Scottoni, 1926 e Lettera del Cav. Tebano Todeschini a Tullio Marchetti del 29 Maggio 1925 (trascritta da Luigi Bailo)

(15) Episodio raccontato da Marchetti Tullio, Marchetti Livio e Ottone Brentari

(16) Conservato alla Fondazione Museo Storico di Trento

(17) Si veda “Giovanni Battista Sicheri - Biografia documentata del poeta di Stenico con le precedenti vicende della sua famiglia” di Ennio Lappi, Trento, 2012.

(18) Il padre del Cav. Tebano Todeschini, Giacomo, fu garibaldino e grande amico dei Sicheri

(19) All'epoca la vegetazione che oggi circonda il prato era assente, rendendo visibile il fondo valle e l'imbocco della Val d'Algone

(20) Catilina Felice Sicheri (nato il 21 Giugno 1870) venne alla luce molto probabilmente alla Credata, fu infatti battezzato più di un anno dopo, solamente il 24 Luglio del 1871, fatto piuttosto anomalo per l'epoca.

(21) Si veda la ricerca di Graziano Riccadonna Giovanni Battista Sicheri (1825 – 1879). Magia rivoluzione poesia del garibaldino di Stenico, Ed. Paideia, Trento, 1983

(22) La paura dell'avanzata garibaldina, N° 90 di Judicaria, Dicembre 2015

 

BIBLIOGRAFIA

 

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Riccadonna Graziano: Il teatro di Giovanni Battista Sicheri: copia anastatica de “I Tribunali Giudicariesi” e “L’Usurajo”, Ed. Paideia, Trento, 1983

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Lappi Ennio: Giovanni Battista Sicheri, biografia documentata del poeta di Stenico con le precedenti vicende della sua famiglia, Edito a spese dell'autore, Trento, 2012

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Stenicense in collaborazione con C. B.: “Un inedito di Giovanni Battista Sicheri di Stenico” sul N° 84 di Judicaria, Dicembre 2013

Stenicensi: La paura dell'avanzata garibaldina, sul N° 90 di Judicaria, Dicembre 2015

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